Crescentine, aka tigelle.
Tutti, ad eccezzione di pochi in provincia di Modena, le chiamano tigelle. E i pochi - quorum ego - testardamente continuano a ricordare che le tigelle sono i testi di terracotta arroventati nel fuoco tra i quali si cuocevano dette crescentine, tra due foglie di castagno, tempo addietro.
Di stretta osservanza anche la ricetta: solo acqua farina e sale.
Di tutto questo sono consapevole, mentre introduco varianti "eretiche": idratazione un po' piu alta, lievito di birra, strutto, un po' di semola. Dopo 10 ore di lievitazione il risultato è ottimo: oltre al gusto e la godibilità, non di secondo piano l'accresciuta leggerezza che lascia le bottiglie d'acqua al fresco durante la notte.
Con l'aglione e il formaggio grattugiato, imbattibili. Notevole la versione con squacquerone e alici.
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