Lequio, Barbaresco, Gallina
Quindici gradi e non sentirli: tutto di questo flacone piroclastico inneggia a questo mottetto , a partire dal colore scarico ma non diafano, lesto a farsi penetrare dalla luce ma anche a dipingerla di barbagli brillanti, un rubino denso, l’unghia scarlatta e un vago mattone appena accennato.
Segue un finissimo profumo teso tra lo spirito e il frutto maturo, tra i ricordi di cordami e rafie, fino al termine in cui risalgono il pane e una nota fresca e balsamica.
Epico il sorso, imperniato attorno ad una eleganza mai sussiegosa, aperto all’ingresso da tannini elettrici ma levigati, da una lunghezza inebriante tenuta in piedi da una briosità che pare mattino d’alta montagna.
Il Barbaresco Gallina di Lequio, 2016, è spettacolare in tavola con insaccati da cuocere, burrosi purè, e selvatico salmistrato
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