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  • Niente panico a Villa Aretusi, c'è Panichi.
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Niente panico a Villa Aretusi, c'è Panichi.

Villa Aretusi si palesa fin troppo presto, nella terra di mezzo tra Bologna e il suo Hinterland. Non è ancora Torri ma non è più Ducati, per chi se ne intende di motociclette. Un paio di svolte dallo stradone ed t'inoltri in un mondo a parte, ancora più godibile nella metafisica di questo bislacco settembre.

A pranzo la Trattoria è rigoglio di gente che sta in giro, sopra tutto per lavoro, e Sotto l'Arco - al piano superiore - è il luogo dove officia il ligure Panichi, stracciato di sorrisi per la nuovissima cucina. La mascherina mi impedisce di vedere qualla "faccia da macchina nuova" che abbiamo noi che ci piacciono i giocattoli da grandi: anche se poi ci spremiamo di sudore fino alle ossa, su quei giocattoli. Ma vuoi mettere? La laccatura rossa, gli arnesi, gli spazi a misura sono un plus che poi genera benefizio al tavolo. Dove non bastasse la mano di Alessandro, c'è un capitano di lungo corso che sa instillare alla sala quel tocco di classe che solo al pervenuto prevenuto può apparire datata. Veder lavorare Giuseppe Sportelli alla lampada senza uno schizzo neppure minimo menando spaghetti è preclaro tributo di mestiere, nel senso più nobile.

Panichi lavora in modo traverso: dal florilegio di snack che sono un racconto di giornata per immagini, dalla colazione alla cena, alle entrate, ai piatti di mezzo, alla pasticceria. Tende un filo rosso che non ha paura di sperimentare e violare i più inviolabili tabù della cucina italiana con la "cottura" a freddo della pasta, finita poi alla lampada, e di affondare le mani nei meandri della classicitàe folgorando il rognone con croccanze italiane e reminiscenze japaniche.

L'atmosfera ovattata favorisce la scelta di bottiglie da una carta che preferisce le certezze alle acrobazie, senza disdegnare qualche etichetta che deraglia dalla linea generale inoculando brivido e curiosità, al servizio della sagace presenzassenza di Nicola Castellano.

Un minuto di raccoglimento di fronte ai prezzi dei piatti dei vini e delle degustazioni, che paiono ben gentili nel rapporto soldi/felicità.