Rosso di Montalcino 2020 - Castello Tricerchi
Etichetta in cui campeggia un complesso simbolico articolato, giusta sintesi di quasi un millennio di storia del Castello e della famiglia che lo abita. Un monumento aristocratico che fa capo al cartiglio - non in latera pro nos - e allo stemma araldico con il toro e i tre cerchi, al centro di una vasta tenuta di cui una parte minore è dedicata al Sangiovese Grosso.
Qui il millesimo venti-venti del fratellino piccolo dei vini di Montalcino, che si presenta con un luminoso, folgorante rubino e quattordici punti d’alcol che davvero non indovineresti al sorso tanto è leggiadro il passo, pur fitto di carattere.
Hai tratti di legno di mobili antichi, di ciliegia, di chiese solitarie, dispense rurali, fiori recisi che preludono ad un sorso soberrimo e altero: serio il corpo, che solo al finale si dona in tannini di tulle e piccole dolcezze.
In tavola con polli e porcetti allo spiede, ma anche paste con sughi.
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