Le Migole, briciole d'arte
È tutta colpa di Richard Von che mi dice, Dai, andiamo a trovare Danilo Al basso. Io lo guardo come i pesci rossi guardano il boccettino del cibo per pesci rossi da dentro la boccia di vetro e gli dico Chi, e Richard Von, nella sua immensa indulgenza mi spiega. Danilo Mich ha un locale bifronte a Tesero Lago: casetta "on the road" che ammannisce snack da passeggio ai passeggianti, e il ristorante gastronomico Le Migole, alla sera. Che vuol dire Briciole, in lingua locale. Ben, mi hai convinto, andiamo.
Arrivare a Tesero comporta qualche curca a salire dal fondo Val di Fiemme, inclusa quella che porta a Stava: e passando provo una strizzatina ai ventricoli, come sempre m'accade quando sfilo il bivio di Longarone, o Santa Margherita del Belice, o la Sala della Stazione di Bologna o San Benedetto Val di Sangro. Ci vuole l'acciottolato sccivoloso per la pioggia fuori stagione del ridente paesello per ricondurre alla concretezza quotidiana.
Giù al lago i grandi parcheggi sono tutt'altro che affollati, la stagione turistica è cominciata stop-and-go, complice il meteo birichino assai. E poi qui si va a cena presto, che ci si vede ancora, e si ha modo di apprezzare l'ingresso del Ristorante. A tavola Richard Von mi spiega che Danilo, oltre ad essere amico di lunghissimo corso, era anche musico del tempo in cui la musica musicata era parte della vita: e che poi tra i ragazzi del "complesso" come si chiamavano le band allora, fu quello che di dedicò più decisamente alle note. Conservatorio, dove studiò uno strumento diverso, il sax, e poi le serate nei locali, da cui Danilo Al Basso. Ma Danilo è veramente un artista a tutto tondo: scopro infatti che tutti gli arredi (bellissimi) de Le Migole sono opera sua: di progetto, e di realizzazione con il supporto del padre falegname. Un gusto raffinatissimo ed una capacità rara di toccare con grazia i materiali legnosi, senza ricadere nell'abusato intaglio valligiano o nelle panìe del pittoresco. Musicista, scultore, non poteva altro che avere l'anima del cucinatore: è lui infatti che evoluisce ai fornelli con una striminzita brigata, e Luisa in sala a mulinar bicchieri.
Non parliamo a lungo, con Richard Von, di cantautori italiani, che tutt'ora mi provocano attacchi esantematici: ma passiamo a chiamare un po' di piattini al tavolo. Cucina concreta, generosa, porzioni colossali, sapori decisi, cotture accurate. Più cuore e muscolo che metronomo e pinzette: ma non manca la grazia che dev'essere un dono dell'anima.
Danilo esce e si ferma a fare due chiacchiere davanti ad un'ottima grappa, chiacchiere che diventeranno quattro e poi sei: parliamo di musica, di amicizia, di futuro della ristorazione, della cronica mancanza di personare. Abbozziamo alcune leggi di iniziativa popolare, apriamo dibattiti e chiudiamo ragionamenti. Le briciole ci hanno guidato.
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