Sarge's, pastrami e parafernalia cinematografici.
Albeggia, il fuso e whatsapp: le ultime ore a Nuova York sono la frenesia di non perdersi nulla prima d'involarsi. Convinco Richard Von a gettarsi sul Pastrami, per pranzo, ed Egli mi convince di farlo "pedibus calcantibus". Che a NY è sempre salvifico e furbo, perchè sembra di vedere 12 film contemporaneamente, da Tenente Stone a Wall Street. Consumata la consueta frugale colazione con uova, bacon, yogurt, frutta, succhi di frutta, caffè, pancakes, sciroppo d'acero, ancora caffè scegliamo il luogo.
No, non il fake-orgasmico Katz's Deli, in cui la lunga fila di turisti (e turiste) vuole sedersi al tavolo di Meg e "provare quello cha mangia lei", ma al veridico e demitizzato Sarge's dal 1964.
Passiamo le icone: Flatiron sulla destra e l'insegna dell'Eleven Madison sulla sinistra, come quando la nonna mi portava a guardare mangiare il gelato. Scatto pure la foto dell'insegna, chissà mai che possa servire a farmi grosso in qualche occasione. "Sei stato all'Eleven Madison?" "Si, ma non è un granchè", che è il massimo dello snobismo gastronomico oggi.
Eppure risalendo la Quinta la Mela si fa splendida splendente, e la Strada diventa palcoscenico del più bel film americano che si possa vedere. E non è tutta piatta, Manhattan, neppure nei Five Boroughs: anzi, anf anf dietro Richard Von con gli Stivali delle Sette Leghe su per la salita. Poi Sarge's.
Che poi è una gastronomia con tavoli, in cui molto rapidamente ti trovi in mano un "menu" grande come un campo da tennis e con più voci del libretto di istruzioni del nuovo forno a microonde. Passato il banco delle lingue e delle zabobe di verdura e salsa dal nome impronunciabile, chiamiamo Pastrami - che siamo venuti per quello - brisket, fries, e birra Bud.
Qui davvero ti aspetti di vedere da un momento all'altro sedersi al tavolo Samuel L.Jackson o Jerry Gillenhal con il revolver nella fondina e con la bocca piena parlare di efferati omicidi o complotti internazionali. Invece più probabilmente hai impiegati di aziende di commercio con il ventre prominente e le camicie con le maniche corte o commessi dei negozi di elettronica. Non so se il pastrami è così buono ma pare deliziosamente ed irresistibilmente newyorkese, pure con quel pane cotonato: il brisket invece non lo è, ma con una zaffata di senape direttamente dal top-down diventa rito e rituale, liturgia ed evento. Le patate sì, lo sono: e pure il pickles che ne fai fuori a quattro palmenti.
Richard Von, che è uomo di lotta e di governo, mi racconta la storia del più grande plagio della storia commerciale, quello della Budweiser: e io che a Ceske Budejovice ci sono pure stato - seppure nel '74 con la Fiat Rismo 65 a GPL - cado dal pero. Vero che ogni giorno se ne impara una.
Ci resta di scendere a Chelsea per arraffare un Cab al volo: ma il piacere di farla a piedi tra enormi Peterbilt e Corvette smarmittate non ce lo toglierà nessuno.
COMMENTI
Lascia un commento
Accedi al tuo account per lasciare un commento!