Bistecca di cavallo, reverse
Affronto con un po' di timore il tema carneo, perchè trovo di fronte il cattivissimo Lo Cascio e l'autorevolissimo Bressanini: per fortuna posso chiamarmi amico di entrambi e continuo a sollazzarmi con carne e fiamme, faccio esperimenti non scientifici con il mio modo rubesco e derivativo di cose viste, esperienze vissute piatti mangiati e cetera.
Dunque entro il macellaro equino, sottoinsieme del tutto particolare dei fornitori di carne: li riconosci perchè hanno banchi piccolissimi, con pochi pezzi di carne sopra, sempre in ordine maniacale, e ispirano più ad una sana continenza che alla crapula. Questa carni scure e magrissime, in fibre ordinate e allineate, e tutto il resto della prosa che le accompagna.
Dunque: entro il macellaro equino e chiedo cartella - che a Reggemiglia è il nome del diaframma - ma è finito: è poco e assai richiesto, deogratia, e non ve n'è.
Ma adocchio un pezzo polputo e grassoso, assai marezzato e bello, che riporta sul cartellino con l'ago di ferro scritto rigorosamente a mano "fiorentina". Chiedo lumi, ed è costata senz'osso, sottofiletto direi.
Ne chiedo una fetta da chilo in taglio unico: il macellaro soffre un po', le signore in fila chiedono fettine sottili e belle magre, battute e "intenerite". Lo perplimo ulteriormente chiedendo di lasciare un dito di grasso sulla parte superiore, "che mi serve". Pago il taglio: bellissimo, opulento, sfavillante poco più di un venteca.
Porto a casa: tampono furiosamente, spolverizzo con un pesto di sale, pepe, aglio disidratato e un nonnulla di zucchero di canna. Schiaffo in forno ventilato a 55°. Spero che sia stabile: non ho strumenti per misurare il corso del diagramma e devo pure fare cose importantissime - lavare la moto - per cui chiudo lo sportello e me ne vado.
Dopo due ore giro il fettone sulla griglia e lascio andare ancora due ore. Superficie esterna asciutta e "crosticinosa". Zuccheri caramellati a manetta.
La finisco all'ora di cena: spennello d'olio oliva e passo in lionese calda ma non rovente. Due minuti per parte, finchè sfrigola, e poi la rimetto in forno, sempre a 55° a riposare per 5 minuti. Ripeto pennellaggio e fiamma su ambo i lati e ripeto forno. Una terza volta, poi faccio riposare la carne sul tagliere di legno per 10 min abbondanti. Sale Maldon sulla superficie.
Assaggio: carne masticabile ma succulenta (mi scuso per l'uso di questo consunto termine ma non ho sinonimi altrattanto precisi), salivante, straordinariamente saporita, e con il tratto ematico del cavallo perfettamente sotto controllo. Crosticina ubriacante, morso che progressivamente si ammorbidisce.
All'occhio la fibra è rosa ma non cruda, rilascia ancora un po' di liquidi, ma palesa una coprtura quasi perfettamente omogenea.
Il risultato mi lascia completamente soddisfatto.
COMMENTI
Lascia un commento
Accedi al tuo account per lasciare un commento!