Spaghettini nei pomidoro, polvere d'oliva
Li ricordo: la mamma mi mandava a comprare i n.5, che "si fa presto a cuocerli". Li spezzava, la mia mamma: e li cuoceva otto ore. Del resto il mio papà aveva esigenza primaria di avere il piatto pronto quando arrivava a casa per la pausa del mezzodì, assai più che la pasta fosse cotta a puntino. Li trovata tiepidi, raggomitolati tra due piatti, ma pronti, e non se ne lagnava.
Li condiva, la mia mamma, direttamente nella pentola con una cucchiaiata del suo ragù settimanale: lo faceva rigorosamente il lunedi, ed alla bisogna ne prendeva una dose dalla marmitta conservata in frigor - sopra c'era l'aradio AM, una Lesa con il cappotto di pelle bordò, ci ascoltavamo il Radiogiornale delle mattina orientando l'antenna estensibile - completandolo di volta in volta con piselli, o con tonno. Era anche la base del risotto, che si faceva al venerdi: brodo, due cucchiate di ragù, e riso Rolo varietà Arborio.
Ecco, tutto questo - assieme alla la moderna ossessione per lo spaghettone amidaceo - ci ha allontanato, mi ha allontanato dallo spaghetto sottile che se fatto bene ha il suo. Oggi di pasta fatta bene ce n'è tanta: ma lo spaghettino urge una mano particolarmente attenta. Non può andare diretto nei pomidoro perchè si spezza e cuoce troppo rapidamente per amalgamare il sugo, quindi conviene sbollentarlo due minuti prima. A parte hai fatto andare i pomidoro, a cui hai aggiunto un cucchiaio di concentrato (che nel cuor mi sta), olio e due o tre pezzi secchi o sott'olio. Frulli tutto e fai restringere.
Scoli, immergi lo spaghettino nel sugo e lo fai andare abbastanza da raggiungere il punto di dente più gradito. Con lo pinze lo arrotoli, lo nappi con il fondo rimasto nella padella, e spolverizzi il piatto con la polvere di olive.
(polvere di olive: le hai snocciolate, tritate ed essiccate a lungo: sono oleose e chiedono tempo. Dopo una notte nell'essiccatore le tamponi con carta assorbente, passi di nuovo al mixer e essicchi ancora altre 12 ore. hai finito.)
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