Home - Stefano Caffarri
Frammenti

Home > Frammenti > Frammenti di strada > Civenna da respirare

Civenna da respirare

Civenna da respirare

Per chi non ci è mai stato deve sapere che Civenna è un posto da respirare, non per qualche goffo e aulico gioco di parole, ma perché è uno di quei posti i cui profumi rimangono nel cuore.

Gli amanti del ciclismo la conoscono per il passo del Ghisallo che con la sua chiesetta protegge un pezzo della storia sportiva italiana, gli appassionati della natura ci sono passati almeno una volta per arrampicarsi verso San Primo o passeggiare sulle rive di Bellagio -l’originale, non l’Hotel di Vegas- e molti non l’hanno mai sentita nominare.

Eppure a circa un’ora di auto da Milano e 20 minuti da Como esiste il triangolo lariano, territorio definito da due rami del lago e rimasto - paesaggisticamente parlando - intatto.

Qui si trova Civenna.

 

I boschi sono i protagonisti del territorio e raccontano lo scorrere del tempo colorandosi come abiti studiati per la fashion week, mentre vengono attraversati dalla fauna locale; più qualche simpatico animale selvatico.

Qua e là lungo le strada tutta curve si trovano piccoli paesi dall’aspetto sempre più montanaro -tra i quali Civenna- abitati per lo più dal profumo della legna, dove fermarsi ad assaggiare zuppe di erbe selvatiche, polenta di vario tipo e selvaggina è d’obbligo.

Quelli che sembrano cespugli decrepiti in inverno, in estate si riempiono di frutti di bosco e fiori dal profumo tanto intenso da poter schiaffeggiare un arbre magique, se volessero.

Aldilà della ovvia bellezza di una giornata di sole suggerirei di passeggiare per i boschi in autunno, quando i colori sono caldi e la pioggia sottile risveglia funghi e terreno, o in inverno, quando tutto viene ricoperto da una spessa coltre di neve che assorbe anche il rumore del vento. Primavera ed estate invece arrivano lente, ma non troppo silenzione, il passaggio delle moto ruggenti è tutt’altro che timido.

Almeno una volta nella vita bisogna fuggire nel triangolo lariano, dove non temere borseggiatori o traffico, ma piuttosto la caduta libera di foglie e castagne.

Da non dimenticare che per quanto possa essere freddo e lo spirito delle persone rispecchi quello del nonno di Heidi, l’accoglienza non sarà mai quella di un milanese in trasferta ligure.