Castello di Querceto 19, un classico Chianti Classico
Dire che la famiglia François fa parte della storia stessa del Chianti - e del Chianti Classico in particolare - è quasi banale. Non ostante la chiara origine transalpina da almeno tre secoli la famiglia risiede ed opera in Italia e in Toscana in particolare, ed è di indubbio interesse ripercorrende la storia.
Restando nel tema, Castello di Querceto fa parte delle aziende che hanno creato il Consorzio del Classico: ma non è solo per questo che si può, si deve dire che questo 19 è un classico Chianti Classico.
Brillante al colore, largo al naso e al sorso vibrante: pur nella confezione formalmente inceccepibile, nella compostezza quasi aristocratica non perde la verve intrigante del Sangiovese, che chiama la mano al bicchiere con gaiezza con il suo oltre 90% di peso sulla composizione totale. Le testimonianze sono quelle che t'aspetti, ma una certa sfumatura di sponda umida e muschiosa aggiunge un tocco di mistero.
Poi il sorso, che esplode via via in una misura così pienamente chiantigiana: comprensibile ma non pallidamente prevedibile. Anzi, il finale sorprende per il nitore liminale, che irretisce e convince, assieme ad un corredo tannico che pare disegnato da un capace amanuenze.
Lo vuoi con carni alla fiamma e paste ripiene con sughi generosi: chi l'ama ne avrà bizzeffe con carni di cavallo, a stemperarne l'impronta ematica e il tratto silvestre.
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